Barcellona

Carta al Maestro Marco Caporale



Querido Marco:
Los días que pasamos, con nuestros amigos y compañeros de viaje, en el Pirineo Catalán, fueron (con toda certeza) momentos inolvidables y se una gran profundidad espiritual. Gracias a tu sencillez, a tu alegría, a tu dominio sobre lo que enseñas, a tu paciencia con nuestras limitaciones, sentí que avanzamos, cada uno por su camino, hacia esa tan amada iluminación. El dolor de mi cuerpo (olvidado en el devenir cotidiano), la necesidad de superar ese dolor, la liberación del movimiento, la conciencia del ser físico, fueron los fundamentos de una travesía hacia el interior: ahí, donde se vuela sin alas. He admirado mucho tu técnica, tu práctica sincera del Arte, son años de entrega, pude sentirlo, y te agradezco en el alma que te hallas dedicado a esta noble disciplina, abriéndonos camino a los que tenemos sed de conocimiento. Te valoro como un verdadero maestro, porque tienes un alma de niño, plena de bondad y de cariño. La práctica del Kung- Fu y del Tai-Chi, son el reflejo físico de un movimiento espiritual, no se trata solo de una destreza corporal, es también un dominio interior, una capacidad de conexión con nuestro centro, con el cielo y la tierra que nos vio nacer. En lo físico, siento que algo se desbloqueó en esos días, pude percibir como algunas de mis resistencias me abandonaron, en ese tiempo breve pero muy intenso. He sentido el llamado a volver a una práctica sincera y me he propuesto hacer caso de esa voluntad. En lo referente al alma, he podido rescatar mis mejores intenciones hacia la mis semejantes, he visualizado mis limitaciones y mis logros, y he renovado mi fe en que es posible cultivar esta semilla de amor en ese campo infinito que todos llevamos dentro.
Gracias amigo, maestro, por este regalo que nos has dado, las puertas quedan abiertas para un nuevo encuentro, la vida sabrá volver a cruzar nuestras miradas.


Un gran abrazo,
Derek Fénix



Caro Marco:
I giorni che abbiamo passato, con i nostri amici e compagni di viaggio, nei Pirenei catalani, sono stati (senza dubbio) momenti indimenticabili e di una gran profondità spirituale. Grazie alla tua semplicità, alla tua allegria, al tuo controllo di ciò che insegni, alla tua pazienza con i nostri limiti, ho sentito che avanzavamo, ognuno per il proprio cammino, verso la tanto amata illuminazione. Il dolore del mio corpo (dimenticato nella vita quotidiana), la necessità di superar questo dolore, la liberazione del movimento, la coscienza del corpo fisico, sono stati il fondamento di un viaggio interiore, li dove si vola senza ali. Ho ammirato molto la tua tecnica, la tua pratica sincera dell’Arte, anni di impegno, lo potevo sentire, e ti ringrazio dal profondo dell’anima che ti sia dedicato a questa nobile disciplina, aprendo il cammino a chi ha sete di conoscenza. Ti considero come un vero maestro perché hai un’anima di bambino, piena di bontà e di affetto. La pratica del Kung-Fu e del Tai-Chi sono il riflesso fisico di un movimento spirituale, non si tratta solamente di una destrezza fisica, ma anche di un controllo interiore, una capacità di connessione con il nostro centro, con il cielo e la terra che ci hanno visto nascere. Sul piano fisico sento che qualcosa si é sbloccato in quei giorni, potevo percepire come alcune delle mie resistenze mi abbandonavano durante quel tempo breve ma intenso. Ho sentito il richiamo al tornare a una pratica sincera e mi sono messo ad ascoltare questa volontà. Sul piano dell’anima ho potuto recuperare i miei migliori sentimenti verso i miei simili, ho visualizzato i miei limiti, ho rinnovato la mia fede nella possibilità di coltivare questo seme di amore in questo campo infinito che tutti portiamo dentro.
Grazie amico, maestro, per questo regalo che ci hai fatto, le porte rimangono aperte per un nuovo incontro, la vita saprà far incontrare di nuovo i nostri sguardi.

Un abbraccio.
Derek Fénix










"Egli si muove e non si muove; a causa della sua sottigliezza, incomprensibile;"

Non è forse il "Cercare l'Uno" o "la quiete nel movimento ed il movimento nella quiete" del maestro Yang Lin Sheng.

dal versetto 15 della Bhagavad Ghita cap.13
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