È interessante questa interpretazione della Bibbia, e l'attenzione posta al lavoro alchemico interiore, oggetto dello yoga, del qigong e del tai chi.. tuttavia per quello che posso aver approfondito e continuato ad approfondire questi argomenti da una vita, mi sembra un approccio ottocentesco esoterico delle sette che si tramandavano questi insegnamenti ritualizzandoli per acquisire potere e danaro, fondamento della massoneria.. Il fine del messaggio evangelico è l'opposto: Gesù parlava di Dio o Mammona (denaro potere) che trovi ben espresse nelle tre tentazioni del deserto (che leggevamo ai tempi nelle spiegazioni di Omraam..). Dunque che ci sia un lavoro alchemico di raffinazione del Jing (essenza vitale, quella che nel video chiamano olio) attraverso il Chi (potenziamento dell'energia vitale attraverso il respiro) per espandere l'aura protettiva dello Shen (spirito) e nutrire/attivare i chakra superiori, certo che si, ma questo voler imbrigliare il divino, QUALUNQUE COSA ESSO SIA, (che la fisica quantistica sta incominciando a lambire, come coscienza della materia stessa che compone l'universo, in linea con quello che i taoisti da oltre due millenni chiamano Tao) in procedimenti standardizzati attraverso i quali dovresti arrivare all'attivazione, illuminazione o nel "paradiso terrestre", qui inteso come attivazione dei due chakra superiori, sostituirebbe ad una filiera di "furboni" (quelli cattolici) un'altra filiera di furboni (una delle infinite sette che cercano di vampirizzare l'adolescente che ha problemi col padre, e renderlo schiavo e dipendente per il resto della vita). Nè si può andare dallo psicologo a 110€ 50 min con la fattura o 90 lasciati sul tavolo senza alcuna ricevuta. Diventare adulti significa assumersi la propria responsabilità ed indipendenza nelle proprie scelte per arrivare, appunto al nirvana, ossia alla liberazione del nostro infinito potenziale che langue all'interno della nostra anima incarnata nei limiti di un corpo fisico, appunto da "spiritualizzare"(pranizzare, rendere completo, pieno e vibrante) perchè possa essere veicolo "vuoto" delle Verità trascendenti che, se siamo puri, ci possono abitare e soggiornare per periodi più o meno lunghi di "Grazia".
Interessante:
prima affronta il tema della difficoltà del partire dal Zhang Zhuang come dalla Meditazione per i neofiti, paghi in sostanza per l'aria fritta, lo dico innanzitutto alle 60 e passa persone che ho visto ad un corso di improbabili maestri di Zen dai nomi altisonanti asiatici ma in tutto e per tutto autoctoni, soprattutto nel loro stile di vita e nel ritmo e contenuto di ciò che dicevano, come anche di chi avrebbe la presunzione di farti meditare parlando in continuazione, anche cantando, senza stare zitto un solo momento. Meditare è essenzialmente raggiungere la quiete nel movimento.
Poi il maestro Flavio Daniele (non so quale sia il suo nome) parla di propriocezione e di come essa risetti costantemente con il suo feedback il "viaggio" della forma (del Tai Chi, Taiji) intesa appunto come meditazione dinamica. "La cosa più difficile è lo stare fermi" dunque non puoi imparare a stare fermo stando fermo, è come cercare di essere puri concentrandosi sul non peccare cristiano. E' come cercare di muovere la tua barca a vela soffiando sulla tua vela standoci sopra. La mente è per sua natura nel flusso dei pensieri e concentrandosi sul doverlo arrestare l'unico effetto che portai raggiungere è la schizofrenia, infatti siamo pieni di gente schizofrenica che si trova in nell'auto del suo corpo senza nessuno alla guida. Senza più essere, dare la propria presenza nel livello di coscienza dell'istante dell'eterno presente nel quale sei perennemente imprigionato. Poi affronta il tema del Tui Shou raffrontandolo con la danza contemporanea del danzatore che genera l'impulso e lo trasmette al compagno che lo trasforma a sua colta e lo restituisce al primo, ma che può, seguendo le stesse leggi muoversi all'interno del proprio corpo come appunto in un assolo di danza o nel Taiji, Tai Chi o nella danza marziale o JianWu dell'Yi Quan. E finisce cercando si spiegare i principi che il suo maestro Guo Ming Xu (George Xu) chiamava Power Stretching, e gli antichi “errore del doppio peso” ossia che la forza ed il peso devono controbilanciarsi in ogni singolo istante delle posizioni o frame delle forme “quiete nel moto” internamente o nel “moto in quiete” della meditazione / Zang Zhuang degli stili di Kung Fu Wushu interno (Nei Jià) attraverso i quali i taoisti raggiungevano l'illuminazione od immortalità che dir si voglia.
Namastè
mArco
Sui poveri
Il papa ieri nella sua omelia ha detto che il senso della vita è nel servire i poveri, che sono l'incarnazione di Cristo, la nostra banca celeste e volto di Dio su questa terra; frase ineccepibile che mi ha frustrato fin da quando ero piccolo con il suo senso d'impotenza.. eppure ieri in essa ho percepito qualcosa di storto, deviato non corrispondente alla veritá che i cristiani dovrebbero professare.
Se fosse realmente così, oltre ad avere una chiesa povera dove le cose accadono, sulle orme di ciò che S. Francesco e Madre Teresa di Calcutta e Padre Pio ci hanno testimoniato con la loro vita, non dovremmo vivere attanagliati dal senso di colpa senza alcuna via d'uscita. Questo del senso di colpa e della sessualitá negata è il tarlo che erode dal di dentro fin da mele acerbe i nostri bambini che fin da piccoli vengono messi difronte alla schizofrenia ed ipocrisia del mondo adulto che ti pone innanzi aspettative virtuali irraggiungibili, norme etiche inapplicabili che in primis chi le promulga non è in grado di sostenere con la propria vita, lasciando poi al tempo della disillusione che le cose continuino a restare gattopardescamente lì da millenni sotto gli occhi di tutti. Ricchi, sempre più avidi e ricchi, e poveri sempre più poveri e trattati come merce avariata di cui disfarsi; vedi il migliaio di migranti lasciati morire in mare dall'inizio dell'anno ad oggi e gli oltre 11.000 rispediti, nello stesso lasso di tempo, nei campi del “Guantanamo” libico. Questa “mummificazione dell'anima” sempre per usare le parole del papa di ieri, lenta ed inesorabile, spegne in noi quel barlume di speranza che tiene invece viva attraverso l'amore, la compassione ed il perdono, la fede, motore dell'evoluzione umana: unica in grado di operare i “miracoli” evangelici che si affacciano sincronicamente come "segni" nelle nostre vite.
“Tutto quello che chiederete nella preghiera abbiate FEDE di averlo (già) ottenuto, e vi sarà accordato”.
[ Enzo Bianchi -“Perchè avete paura?” p.87]
-Gesù stesso alla presenza di Maria di Betania che profondeva su di lui quel costosissimo balsamo, invece di venderlo ed il ricavato darlo ai poveri, afferma: “Lasciatela stare, ella ha compiuto verso di me (il mio corpo, il corpo del Cristo) un'opera buona; i poveri infatti li avete sempre con voi.. me invece (il figlio dell'uomo) non mi avrete per sempre”. -Ogni volta che ci alziamo la mattina, ringraziando per tutti i doni che Dio profonde copiosi ed abbondanti su di noi “.. cum tucte le Sue creature ..” alle quali siamo intrinsecamente interconnessi, ci allineiamo appunto (“ .. così tra questa immensità s'annega il pensier mio ..”) connettendoci alla volontà divina, occupando il posto che ci compete nell'economia dell'universo. Così facendo ci stiamo “prendendo cura dei capelli di Gesù”, il Cristo, con quel prezioso unguento che è il rispetto e la cura in primis di noi stessi, il tempio dello Spirito; ogni rivoluzione parte infatti dalla persona e quel vuoto, angoscia, non senso che ti trasmette la connessione con la vita stessa va sostenuto dalla persona, non cercato di colmare guardando altrove, non riempito, o soffocato con distrazioni mettendolo così a tacere, sedati.
Quel vuoto interno infatti parla dalla pienezza dell'anima connessa al "Tutto" attraverso la fede a prescindere da quale sia stata la nostra chiamata, il nostro dono da restituire moltiplicato alla vita. É l'Essere da cui scaturisce il fare "vuoto" (.. di ego ed aspettative in cambio) l'azione perfetta, impersonale, la "non azione", il Wu Wei.
Quella é una carezza ed un dono perfetto agli occhi di Dio.
Namastè
mArco
Wu Chi
Come spiega bene parlando di fisica quantistica e relatività Fritjof Capra nel Tao della Fisica a pag 258 .. il Diagramma vuoto-vuoto .. tre particelle un protone ed un antiprotone ed un pione emergono dal nulla e scompaiono nuovamente nel vuoto .. nella teoria dei campi le forze tra le particelle sono viste come riflesso delle forme dinamiche (le nubi virtuali) inerenti alle particelle stesse. L'esistere ed il dissolversi delle particelle sono semplicemente forme di moto del campo (W.Thirring). Il "vuoto fisico", -com'é chiamato nella teoria dei campi- non è uno stato di semplice non-essere, ma contiene la potenzialità di tutte le forme del mondo delle particelle.Queste forme , a loro volta non sono entità fisiche indipendenti, ma soltanto manifestazioni transitorie del vuoto soggiacente ad esse. Come dice un sutra: "La forma è vuoto, e il vuoto è in realtà forma".
Alla luce di queste considerazioni della fisica, molto simili alla concezione che avevano i taoisti 2.500 anni fa, si comprendono allora i significati delle parole del Cristo, per il quale nessuna cosa era impossibile: a noi oggi mancano solo le chiavi d'accesso per rendere operativi questi "siddhis", la fede nei doni infiniti che ci sono stati affidati .. "se aveste la fede di questo granellino di senapa, potreste dire a queste montagne di spostarsi e queste si muoverebbero". Per il fatto stesso che una realtà si è presentata alla nostra mente conscia questa già esiste; sta a noi decidere se volerla realizzare o lasciarla tornare al nulla dal quale è temporaneamente emersa.
mArco
Sull'Autostima
"Il milionario che ha paura di spendere due dollari per una coppa di gelato non vive nell'abbondanza; né una nazione può definirsi prospera se rifiuta di accogliere dei profughi per paura di perdere il suo numero limitato e prezioso di posti di lavoro. L'abbondanza non è questione di quello che si ha, ma del tipo di atteggiamento che si mostra verso ciò che si ha. Accettare veramente quello che avete – i vostri doni, le vostre esperienze e i vostri difetti cronici – non è affatto una cosa semplice. Ma è qui che sta la vostra ricchezza, perché nessuno può duplicare le vostre esperienze; nessuno è nato nello stesso esatto insieme di circostanze e quindi nessun altro può offrire al mondo lo stesso contributo che potete offrire voi. Dal punto di vista della vita, ognuno di noi è speciale. Se non ve l'hanno detto abbastanza, dovete scoprirlo da soli. E dobbiamo scoprirlo l'uno per l'altro. Nessuno è nato nello stesso posto e nello stesso momento. Nessun altro può fare quello che potete fare voi. Nessun altro può prendere il vostro posto nell'universo.
Questo abbracciare la propria unicità genera una presenza che scorre fuori dalla vostra personale eredità e dal vostro ambiente e crea delle opportunità impreviste. Questo vale tanto per le nostre cosiddette debolezze quanto per le nostre apparenti forze. Dietro la debolezza cronica o l'apparente handicap c'è un messaggio che dobbiamo ricevere e una forza di guarigione che ha bisogno di trovare la sua giusta collocazione."
[“Crea il lavoro che ami” di Rick Jarow Fiori Gialli edizioni pagg 43-44]
Heiho
"Del fatto che il nostro avversario potrebbe essere colui che rispecchia/raffigura noi stessi: quello che non siamo disposti ad accettare e quello che non capiamo ancora o ci spaventa; per questo distruggere l'avversario senza comprendere ciò che ha da dirci vuol dire un po' mutilare noi stessi della grande opportunità di fare il prossimo passo nella crescita."
-Uccidiamo l'altro anche quando lo prevarichiamo costantemente impedendogli di esprimere sistematicamente e fino in fondo il suo pensiero (rispettare l'intenzione del partner diceva Yoshigasaky) che cela all'interno del suo puro attacco un messaggio diretto dal Cielo proprio verso di te: perché ti possa evolvere completamente e liberare.. Satori!
-Si sono daccordo che l'avversario che ti si presenta oggi nella realtà del "ring della vita", sia un' incredibile opportunità di crescita nel rispetto che gli devi in quanto essere e che il suo ferirti porti alla luce le tue rigidità o paure lasciando il posto via via all'heiho, "pratica per realizzare se stessi attraverso una crescita personale ed un'espansione della coscienza", ossia la quintessenza delle Arti Marziali giapponesi che noi in Cina chiamiamo Wu Wei "non azione" o azione vuota.
mArco
Populismo secondo Panikkar
“L'umanità si trova in una situazione diacronica “(diversità dei caratteri assunti da fenomeni che si sono svolti nel tempo non simultaneamente e con ritmi diversi)”. Si vive in tempi diversi, di modo che ciò che succede ad una parte dell'umanità in un determinato momento può corrispondere a quanto è successo a un'altra parte di essa in un altro tempo. Perché un determinato cammino sia valido (come religione) è necessario un certo grado di coscienza, senza il quale questo cammino non esisterebbe realmente, dal momento che nemmeno si considererebbe come tale. Ne deriva che non esistono soluzioni prefabbricate né risposte universali, dato che le domande stesse non hanno una portata universale. In tal modo, una certa religiosità può essere un cammino adatto verso la pienezza umana in momento determinato della storia e in un determinato punto geografico, mentre la medesima religiosità “(non pensiamo a quella degli altri ma partiamo dalla nostra strumento del colonialismo che ha portato il mondo a dove ci troviamo adesso..)” può avere effetti nocivi in un altro contesto o momento, di modo che le affermazioni sulla religione devono tener conto delle situazioni umane particolari e non possono essere universalizzate mediante un'estrapolazione acritica.” (Per chi non lo conoscesse Panikkar era anche un sacerdote cattolico ma non solo per fortuna..).
“Nessuna religione, ideologia, cultura o tradizione può ragionevolmente pretendere di esaurire la gamma universale dell'esperienza umana. Così il pluralismo, che va distinto dalla mera coesistenza di una pluralità di concezioni del mondo, è una necessità del nostro tempo” (lo scrisse 54 anni fa..). “Pluralismo non significa una super-ideologia o un super-sistema; implica però, questo si, una certa fiducia quasi mitica che altre prospettive possano esse pure essere plausibili.
L'incontro-dialogo tra religioni, ideologie e concezioni del mondo è un imperativo umano dei nostri giorni. Lo “splendido isolamento” di un tempo diverrebbe oggi un triste ripiegamento su di sé con l'esclusione di ogni contatto. Il dialogo costituisce in se stesso un'attività religiosa.”
(E se c'é arrivato anche D'Alema che la tutela delle minoranze è il discriminante tra un partito che sia nei fatti democratico e non solo nel nome, puntata Di Martedì del 20/02/18, direi che il discorso dell'integrazione tra le diverse culture dei popoli sia l'unica via possibile oggi: altro che rimandare a casa i non aventi diritto che professano anche i 5 stelle.. le questione è ben più complessa e dispendiosa come tutte le volte che dobbiamo rimettere mano a situazioni di potere incancrenite dove logiche di speculazione e di potere, vedi l'ILVA di Taranto, hanno creato danni inestinguibili da lasciare in eredità alle future generazioni. Andate a spiegare tutto questo ai Berlusconi, Salvini e populisti di turno che ostentano una profonda ignoranza delle problematiche profonde sottese ai reali problemi di questo momento storico che stiamo attraversando: la fine delle democrazie mondiali e la necessità d'integrazione di tutte le risorse disponibili umane e materiali del pianeta per salvarci).
mArco
[il passo tra virgolette è tratto dall'introduzione ad un volume pubblicato da Raimon Panikkar nel 1964 “Religione e religioni” riportato nel volume “Vita e Parola” a pag. 28 edito dalla Jaka Book]
Su l'essere di Dio
L'essere di Dio ed il suo non essere costituiscono la matrice di questo mondo sensibile come lo Yang e l'Yin, il pieno ed il vuoto, la forma e la sua assenza, azione e non azione, materia e antimateria. La totalità del divino non si può esaurire nell'essere, come la materia nella particella; in ciò sta appunto il mistero dei misteri di cui parla il Tao Te Ching e dall'indeterminazione di Heisenberg fino alle ultime acquisizioni della fisica quantistica. Più cerchi di definirLo, più ne affermi la tua totale estraneità; più entri nell' infinitamente piccolo come nell' immensamente grande, più quest'energia illimitata, sostanza inafferrabile, cambia forma: connessa com'è alla psichicità stessa del “partecipatore” che vorrebbe indagarla.
Cos'è quest'universo nel quale viviamo: un “mistero” dunque non composto esclusivamente dall'essere ma anche dal non essere, buchi neri e materia oscura; la matrice di questo mondo è ciò che l'Uomo (inteso come “Mensch”) chiama intuitivamente Dio di Verità, Giustizia e Fratellanza tra i popoli, ove tutto ciò che è si sposa e coabita la stessa matrice/natura di tutto ciò che non è: degli infiniti universi possibili di questo spazio tempo che da Einstein in poi sappiamo essere illusorio, che gli indù da millenni chiamano Maya.
Dov'é oggi il sacro? Nell'unione tra un uomo ed una donna, cui è stato consegnato il potere divino di generare la vita; nei paesaggi mozzafiato che ancora resistono nonostante tutto e tutti i disastri irreparabili che questo stesso uomo, appunto, nella sua parimenti inconsapevolezza ed avidità ha causato a costi umani ed ambientali incalcolabili.
Dov'è quel Regno di Dio che ci era stato affidato come progetto da portare a termine da Gesù, il Cristo, primogenito della nostra matrice culturale cristiana “ In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e nefarà di più grandi “[Gv 14,12] intendendo.. portando a compimento ciò che “Io” ho intrapreso per conto del Padre mio supportato nell'azione, forma, dal suo Santissimo Spirito di Giustizia e Verità.
Siamo purtroppo oggi troppo presuntuosi dall'aver prodotto sull'onda della new age americana un sacro “fatto a nostra immagine e somiglianza” frutto del vuoto di senso incolmabile che ci è rimasto dentro a cui nessun surrogato più è in grado di appagare la fame e sete atavica delle nostre anime.
Pace a voi, a noi, a tutti.
mArco Here 13/02/2018
Panikkar wrote
“Molti occidentali insoddisfatti della propria religione vanno in Oriente spinti da un desiderio autentico di spiritualità, ma spesso il loro coinvolgimento con una spiritualità diversa rimane superficiale.” [non per mancanza d'impegno e dedizione alla causa, ma per la differente matrice culturale di riferimento, la formattazione del nostro hard disk evolutivo, che appiccica significati categorialmente diversi a termini che nell'altra cultura: o non esistono o significano appunto tutt'altro non potendoli estrapolare dal contesto culturale che li ha generati].
“Non si può cambiare religione come si cambia l'abito. Queste persone non hanno ancora apprezzato le loro tradizioni ancestrali, che già vogliono abbracciare quelle orientali.
Dobbiamo riprendere il cammino tracciato dai nostri antenati. L'Occidente non incontrerà la sua anima abbandonando, da adolescente, una tradizione di venticinque secoli.”
“Lo step successivo sta nel tenere presente che, in Occidente, altre religioni hanno lasciato le loro impronte e che il cammino tradizionale non è più ritenuto [da ritenersi] l'unico.”
“.. nessuna religione, nessuna civiltà, nessuna cultura ha la forza sufficiente o è in grado di dare all'uomo una risposta soddisfacente: le une hanno bisogno delle altre.
Non si può pretendere che la soluzione per l'insieme dell'umanità, possa venire da un' unica fonte. Bisogna trarre profitto da ciò che viene dall'Oriente, ma, soprattutto, bisogna sforzarsi perché avvenga una mutua fecondazione tra le differenti tradizioni umane. Tutte sono necessarie per far fronte alla situazione attuale. Tutti siamo portati verso lo stesso destino.”
.. “tutto dev'essere purificato dal fuoco , tutto dev'essere trasformato [απόκατάστασις reintegrazione] .. è necessario conseguire una sintesi tra interiorità ed esteriorità.. non separare la trascendenza dall'immanenza.”
[Raimon Panikkar “Vita e parola” pag. 25 Jaca Book
-intro al secondo vol. Mistica e spiritualità dell'Opera Omnia]
L'intera realtà è Trinità. "Fin dal principio, all'origine (εν άρχη, in principio) la realtà era (è) Padre, Cristo, Spirito e quando giunse "la pienezza dei tempi" (in una visione non lineare della storia..) avvenne nello spazio (e anche nel tempo) ciò che chiamiamo l'incarnazione, così che la manifestazione (φανέρωσις) di Gesù è una rivelazione della realtà - di ciò che siamo. La rivelazione di Dio non può altro che essere Dio stesso. Al di fuori di Dio non c'é niente. L'intera realtà, e non solo un Dio trascendente, è Trinità. Siamo chiamati a vivere il presente "camminando nella luce in comunione gli uni con gli altri" in una "correlazionalità" empatica con il Cristo. Tutto questo non toglie che l'ultimo destino dell'uomo non sia un salto dalla mera animalità istintiva a una partecipazione nell'avventura infinita della realtà. Anche il Vangelo è pieno delle lotte di Gesù contro i demoni di ogni genere. Che cosa ha da dire una cristofania a tre quarti di quelli che chiamiamo i nostri simili, i quali non raggiungono un livello sia pur minimo di umanità a causa di sistemi umani ingiusti? Per milioni di vittime che periscono lungo il cammino verso una "terra promessa" ogni volta più problematica è o un pio desiderio o una droga alienante. Quel Gesù Cristo uomo distrugge tutti i nostri dualismi. Questo unum non è né monismo filosofico né monoteismo teologico. Egli non era né un liberatore politico, né un asceta che nega il mondo, e ancor meno un membro del clero, ma solo un essere umano (non abbiamo altra parola) che visse la pienezza dell'umano assumendosi le proprie responsabilità nei confronti della Giustizia rivelando così ciò che siamo chiamati a diventare. Cristo come puro Dio, anche se figlio esclusivo di Dio, non convince. Egli non scese dalla croce. Cristo non è il Dio della storia. Nemmeno il considerarlo un semplice "uomo per gli altri" un eroe storico od un modello meraviglioso, ci è di molto aiuto. La lotta per la giustizia non è "giustificata" da un'eventuale vittoria (di nuovo il tempo lineare..) ma dal fatto che è la nostra vocazione umana (per la Bhagavad-gita il lokasamgraha o coesione dell'universo / correlazionalità empatica con il tutto). Il mistero di Cristo è il nostro stesso mistero. Il grido che da questo fuoriesce (se siamo in grado ancora di sentirlo) per una nuova spiritualità, è il grido dello stesso Spirito di Cristo. La cristofania del terzo millennio non può essere né settaria né una mera consolazione per i credenti. Il Figlio dell'uomo morì fuori della città santa. La cristofania dall'interno (ab intra), quella che ci auspichiamo, è la profondità più interiore di noi tutti, l'abisso dove in ognuno di noi l'infinito e il finito, il materiale e lo spirituale, il cosmico e il divino s'incontrano. La cristianìa del terzo millennio è chiamata a vivere questa esperienza."
Così finisce il libro "La Pienezza dell'Uomo" di Raimon Panikkar lasciandoci un arduo compito da svolgere perché quella luce del Cristo rischiari oggi le tenebre del fondamentalismo scientifico o filosofico o delle istituzioni religiose che abusano della mancanza di strumenti delle masse, private oramai di tutto, per seminare diffidenza, terrore e morte: disgregando ciò che resta dei brandelli di coesione sociale sopravvissuti all'individualismo e le utopie del capitalismo e delle ideologie tutte.
Namasté mArco
-Bodhidarma non insegnava con le parole ma lasciava che l'insegnamento passasse da cuore a cuore. Una volta sola usò le parole:
"I cuori puri possono conoscere la verità, tutto è vuoto, se il cuore è quieto e duro come la roccia, se il cuore non ha desideri ed all'esterno si ferma il destino, allora si può dire di aver completato la conoscenza."
[Tratto dal documentario "Shaolin" di Marina Blasi regia di Mario Zanot, montaggio Giuseppe Fusi, foto Mimmo Pizzigallo; anno 1995]
Nel Tai Chi celebro attraverso la pratica il mio essere generato oggi dal Tao, da Dio, e la danza delle 10.000 creature che ne scaturisce. [mArco]
"Abbà, Pater! Io non sono l'origine del mio stesso essere, sono un puro dono, ho ricevuto tutto quello che sono, compreso ciò che definisco il 'mio' io. Tutto è grazia. Sperimento la mia contingenza poichè non trovo in me stesso il mio fondamento, la 'ragione' della mia vita. Ma questo non significa alienazione, non significa, cioè, che questa 'ragione' risieda altrove, sia esterna a me. Il fondamento non sono 'io', tuttavia esso non sta fuori di me, bensì nell' interior intimo meo (nel più profondo del mio essere).
"La Isa-upanisad rivela l'Uno nella sua trascendenza ed immanenza, l'Uno che è ovunque e in nessun luogo. Il cammino verso di lui, dichiara, è il cammino della non dualità, dell'unità, attraverso la quale si raggiungono la vera libertà, la gioia e la saggezza in cui si trova l'immortalità, la liberazione. E' importante sottolineare che il messaggio di questa Upanisad non è riservato agli eremiti, ai saggi, a coloro che vivono in solitudine nelle foreste, ai monaci, e così via. Pur se probabilmente essa non si rivolge alle masse, non è comunque riservata a coloro che hanno “abbandonato il mondo”. E' un errore pensare che l'atteggiamento di non possesso, primo passo verso l'unità dell'essere, presupponga che si debbano abbandonare i beni terreni e ritirarsi in un luogo solitario. L'assenza del desiderio di possedere è un atteggiamento del cuore e della mente in cui l'ego, il piccolo sé, non esiste più. E' la completa mancanza di egoismo in ogni cosa che rende leggeri e liberi come gli uccelli. E' il primo passo esistenziale e, se non si entra risolutamente in questo sentiero, non sarà possibile cogliere la saggezza rivelata dalla Upanisad."
Panikkar Inni cosmici dei Veda pagg.37-38
L'incipit del Dao De Jing / Tao Te Ching di LaoZi
Alla versione classica che delle centinaia ermetiche ho da sempre ritenuto a mio avviso e gusto la più "chiara" ed abbordabile (quella di Brian Browne Walker nella traduzione di Claudio Lamparelli - "Lao-Tzu Tao Te Ching") vorrei oggi affiancarvi la traduzione di A.Andreini "Laozi" pag.21 riportata nel NeiYe di Amina Crisma, che fa riferimento alla più antica versione integrale dell'opera suddivisa in due parti: Daojing (classico della Via) e Dejing (classico della Virtù) dell'ordinamento di Mawangdui in cui le due parti si presentano in senso inverso rispetto al textus receptus a cui siamo abituati.
Il Tao è al di là delle parole
e al di là della comprensione.
La Via (Dao) che si può percorrere
Via eterna non é.
Le parole possono essere usate per parlarne,
ma non possono contenerlo.
Il nome che si può proferire,
nome eterno non è.
Il Tao esisteva prima delle parole e dei nomi,
prima del cielo e della terra,
prima delle diecimila cose (creature).E' il padre e la madre illimitati di tutte le cose limitate.
"Senza nome" (wu ming) è dei Diecimila esseri il cominciamento.
"Ha nome" (you ming) quel che dei Diecimila esseri è la Madre.
Quindi per vedere al di là dei limiti, il sottile cuore delle cose,
liberati dei nomi, dei concetti, delle aspettative, delle ambizioni e delle differenze.
Così, nella costante cessazione di desiderio, se ne contempla il prodigio.
E nel costante desiderio, se ne contempla il limite manifesto.
Il Tao e le sue innumerevoli manifestazioni sorgono dalla stessa fonte:
Comune hanno la fonte, distinti i nomi;
la sottile meraviglia nell'oscurità misteriosa.
Quanto hanno in comune, si dice "Arcano degli Arcani" (xuan you xuan)
Questo è l'inizio di ogni comprensione.
Accesso di ogni prodigio.
Brian Browne Walker nella traduzione di Claudio Lamparelli- "Lao-Tzu Tao Te Ching"
A.Andreini "Laozi" riportata nel NeiYe di Amina Crisma pagg. 60-61
Se a queste due vogliamo affiancarne una terza, avendo io studiato con Leonardo Vittorio Arena ad un corso proprio sul Tao Te Ching di Lao Tzu tenuto presso la facoltà di filosofia dell'Università Carlo Bo di Urbino, vi consiglio quella che trovate riportata nel volumetto "Tecniche della Meditazione Taoista" edito dalla BUR che a pag. 27 riporta i seguenti versetti:
"La via percorribile non è l'eterna Via, il nome
definibie non è l'eterno Nome.
"Nulla" si chiama il grembo del cielo e della terra, "essere" è invece madre di tutte le creature.
L'eterno nulla vuole guardar misteri, mentre l'eterno essere vuole osservare il piccolo.
L'origine dei due è sempre la stessa, ma i nomi son diversi. La loro identità si dice arcana,
ancor più arcana dell'arcano stesso, porta di tutti i misteri."
Da Kant a Wittgenstein passando per Panikkar
Kant diceva che se una colomba nel suo volo non incontrasse la resistenza dell'aria non sarebbe neppure in grado di volare, dunque di ascendere dal mondo della moralità a quello della libertà. Inoltre che non abbiamo evidenza alcuna di essere realmente liberi ma che ci conviene credere di esserlo altrimenti la vita non avrebbe senso. (Aggiungo io che lo stesso vale per il credere che esista una realtà trascendente, superiore, un Dio, Tao o Campo del Punto Zero che dir si voglia..). Egli per primo insinuò il dubbio sulla realtà effettiva di un qualunque oggetto della nostra conoscenza, in quanto frutto delle nostre mappe concettuali (matrice culturale di appartenenza ad un determinato popolo, razza, credo ed in un determinato periodo storico) nonché dei filtri dei nostri sensi che interpretano in base alle stesse gli stimoli sensoriali che percepiscono dando il nome al perdurare di una sostanza in una forma di quell'oggetto.
Essendo quindi, come sostiene Kant la Realtà, come l'Anima e Dio, inconoscibile, si può solo rimanere infinitamente accanto alle cose presso la loro nuova inconsistente maniera di essere com-baciando con la loro intima ed inconoscibile natura (come sostiene Paulo Barone in “Spensierarsi” Raimon Panikkar e la macchina per cinguettare a pag.111).
“Le ossessioni della mistica tradizionale di “fuggire dal mondo” di spiccare il volo e perdersi nell'alto dei cieli, di coltivare un quietismo e un'insensibilità sconcertanti nei confronti delle cose terrene sono note. Ciò che le rende inservibili, però, non è tanto (la) durezza dell'allenamento richiesto o la disumanità dell'obbiettivo, quanto l'assoluta inconsapevolezza con cui ingrossano e duplicano l'unilateralità già dominante presso le attività mondane che vorrebbero correggere. Il risultato – una mistica specializzata per direzione, meta, personale prescelto, modalità, facoltà e periodo – è infatti una mistica giunta al fondo di un vicolo cieco dove si auto segrega e si scolora. Così facendo, invece di reintegrare i dualismi più che mai imperanti, li accentua a sua insaputa senza venirne mai a capo.”
Ciò di cui abbiamo bisogno, dice sempre Baroni citando Panikkar, è dunque di una mistica “inserita nella quotidianità (che stabilisce) il quotidiano come impenetrabile, l'impenetrabile come quotidiano”. La sorpresa, di trovarsi letteralmente circondati dalle cose di sempre, sbalzate però dal loro contesto ordinario quel tanto che basta da richiamare ancora una volta la nostra attenzione. Tornando a Kant, da cui siamo partiti per questa breve ma a mio avviso significativa riflessione, l'eticità di un'azione sta innanzitutto nell'intento di chi la compie ed antepone il dovere a una qualsiasi utilità o tornaconto personali: unico attrito, nel limite della nostra esistenza, che permette a quella colomba della nostra supposta libertà individuale, di spiccare finalmente il suo volo o come dice Wittgenstein (riportato da Baroni ibid.) “Chi vive rettamente sente il problema non come tristezza, non come problematico quindi, ma piuttosto come una gioia; dunque quasi come un etere luminoso attorno alla vita, e non come uno sfondo dubbio”.
mArco 01/05/16
"Sono solo un povero cieco.."
Col passare degli anni ci si vede sempre meno con gli occhi ma sempre meglio con l'anima, così non ti accorgi delle rughe sul volto della “tua” donna e lei dei tuoi chili di troppo e si impara a prendersi cura di questa fragile pianta chiamata amore che ha ancora da dare diversi e sublimi frutti proprio in questa stagione della vita. Da giovane sei avido di forme, da avanti negli anni le forme le hai interiorizzate e sei finalmente libero di vedere al di là delle imperfezioni dello stampo che hai di fronte in ragione delle tue che hai imparato a conoscere e talvolta a dominare. Una volta ho conosciuto un cieco che vedeva molto di più di tanti vedenti che avevo incontrato fino ad allora quando arrivai qui per la prima volta cercando casa. Mi fermai esausto davanti a lui, alla fine di una lunghissima giornata passata a darmi da fare in ogni modo possibile ed immaginabile senza alcun esito. Era palesemente cieco e claudicante: -Cosa potevo aspettarmi da lui che riusciva a malapena a trovare quei pochi oggetti primari per il suo tormentato sostentamento? Interiormente mi sono arreso ed aperto alla Realtà, era l'imbrunire ed il fascino di quegli ultimi raggi di sole sul volto di quell'uomo che non aveva la possibilità di vederli mi inchiodava rendendomi incapace di troncare lì quella conversazione e tirare dritto per la mia strada di corsa senza dare la presenza né il tempo di raccontare la sua storia a ciascuno che incontrassi senza quindi “vederlo” come sempre distratti ed altrove nel nostro cammino.. iniziai pian piano a “bere” la sua essenza empaticamente attraverso i suoi gesti ancestrali ed eterni al di fuori di quello spazio e tempo in cui i nostri corpi erano apparentemente intrappolati come in un loop che tuttavia s'era inceppato ed in quell'istante mi disse: “-Va lì che c'è una casa sfitta..”
-E pensare che aveva iniziato, apparso quasi dal nulla, dicendo:
”- Cosa vuole che ne sappia, in fondo sono solo un povero cieco..”
mArco 18/02/16
“Nelle comunità spirituali la prima cosa che succede è che escono fuori e vengono colpiti da truffatori spirituali. Perciò dopo aver finito con tutte le prostitute e i papponi e dopo esser stati completamente malmenati, vengono a finire qui. Sfatti, senza denti davanti, con buchi nelle maglie, le suole consumate, ma sono qui e sono pronti a lavorare. E di solito li prendiamo qui, dopo che hanno attraversato tutte queste cose, e sono stati cotti, raggirati, e marchiati a fuoco così tante volte da leader spirituali e gruppi spirituali. Finiscono qui spezzati, schiacciati, ma sono ancora coraggiosi e pronti a lavorare. E' a quel punto che cerco di approfittarmi di loro!”
[E.J.Gold in "Tra terra e Cielo" di Mariana Caplan a pag. 327]
„[... ] "purificazione del cuore": non avere paura né di sé né degli altri. In questo sta la nuova innocenza. Questo è ciò che conta: non perdiamo tempo in teorie. Pensare di poter sistemare e risolvere tutto è un errore. Il mistero della vita è che il male esiste, che le tensioni non possono essere soppresse e che noi ci siamo dentro; che si deve fare il possibile, senza lasciarsi dominare e senza mai ritenere di possedere la verità assoluta. Bisogna accettare la condizione umana, sapere che un certo dubitare non si oppone alla fede; sapere che il senso di contingenza è necessario alla nostra vita. Devo rendermi conto che sono una parte di questa realtà e che non spetta a me controllarla; scoprire il senso della vita nella gioia, nella sofferenza, nelle passioni; invece di lamentare la difficoltà del vivere, rimandando ad un giorno che non arriva mai il momento di godere profondamente di questa vita, trovare questo senso in ogni istante. (da La nuova innocenza)“
Abbiamo tutti in atto una malattia degenerativa chiamata individualismo,
La vita è troppo breve per indulgere nel brutto che pur esiste ovunque;
poniamoci mete ambiziose quali l'imparare a perdonare, slegare, sciogliere
ed amare il nostro nemico quale maestro e specchio della nostra pochezza,
quello che non diamo agli altri lo neghiamo principalmente a noi stessi...
Solo allora, dall'alto di quelle vette contempleremo tutto il bello e la maestosità
del creato che sono stati messi qui ed ora per tutti noi ma quasi inaccessibili ai più.
Dio, se esiste, si è nascosto molto bene e non devi scoraggiarti se non lo trovi.
Continuiamo a cercarlo in ogni cosa, anche la più piccola ed insignificante;
questo significa tornare fanciulli, questa l'essenza della vera fede in qualunque Dio.
mArco
Esperienza dell' immobilità del moto
Diceva Eraclito, più di duemila anni fa, che non ci si bagna mai due volte nella stessa acqua di un fiume. Dicevano i Greci sempre più di duemila anni fa che l’ " ?δ?νατον " [adunaton] l’impossibile per eccellenza, è che ciò che è avvenuto possa non essere avvenuto. Ogni nostro istante non è mai uguale all’altro e noi non siamo mai gli stessi da un istante all’altro, da un tempo all’altro. Tutto cambia dentro e fuori di noi anche se non sempre riusciamo a percepire questo continuo cambiamento. La cosa più appariscente di noi, il nostro corpo, da un istante all’altro è sempre diverso e noi viviamo in questa continua diversità e di questa continua diversità. In noi nasce e muore qualcosa in ogni momento della nostra esistenza ed in ogni momento noi non siamo più quello che eravamo un momento prima, il nostro corpo è cambiato, la nostra mente è cambiata, il nostro pensiero è un altro pensiero che lo si voglia o no. Perdiamo cellule del nostro corpo perdiamo neuroni del nostro cervello che non torneranno mai più, perdiamo ricordi sommersi da altri continuamente sorgenti che si sovrappongono pronti anch’essi a sparire nel nulla, nel vuoto della nostra memoria e gli stessi che crediamo di conservare sono diversi da un momento all’altro. Per quanto grande sia quello che noi chiamiamo memoria, essa non è mai capace di trattenere fermare per un attimo il nostro continuo divenire. Tutti gli eventi sono continuamente mutevoli come il paesaggio che ci corre via veloce da un finestrino di un treno e del quale ben poco riusciamo a trattenere. Un po’ di anni fa ne ebbi questa precisa sensazione in un particolare momento. Mi trovavo un giorno nell’isola di Giava sulla costa sud orientale ed era verso il tramonto. Avevo lasciato la via asfaltata e mi ero addentrato a piedi in un sentiero appena segnato in una fitta vegetazione equatoriale per cercare le rive di un fiume che non doveva essere molto distante. Non c’era nessun motivo per farlo se non la curiosità di vedere qualcosa che supponevo ci fosse, qualcosa che era semplicemente un fiume, un fiume come un altro, come tanti altri fiumi. Ma volevo vedere proprio quello. Dopo un tortuoso percorso del sentiero in un mondo di ombre sempre più fitto, nel silenzio profondo che spesso precede il calare del sole, arrivai improvvisamente sulla riva fra la fitta vegetazione, uscendo nella luce. Non c’era neppure la sponda del fiume perché le piante sorgevano dall’acqua nascondendola completamente e dovetti attaccarmi ad un piccolo albero per non scivolare. La corrente era veloce, molto veloce e l’acqua di color grigio cupo come il cielo che si rispecchiava, si frangeva in superficie in un infinità di sottili rivoli che intrecciandosi fra loro, componendosi e ricomponendosi in mille modi, creavano una serie di disegni in continua mutazione che l’occhio percepiva ed immediatamente perdeva senza possibilità di fermarne uno, di individuarlo e ricordarlo. Un silenzio assoluto, Il moto stesso dell’acqua non produceva neppure un leggero fruscio. Gli uccelli che fino a pochi istanti prima mi avevano accompagnato con il loro canto ora tacevano. Non so quanto tempo sono rimasto là, forse un secondo o forse un’ora. In quegli istanti guardavo l’immobilità del moto e questa espressione contraddittoria solo in apparenza, mi ha accompagnato poi per tutti gli anni seguenti e l’immagine più ?vera? dell’immobilità del moto che non oso chiamare eterno perché ancora non ho compreso il significato di questa parola. Ma mentre, attaccato al mio albero, quasi sospeso sull’acqua che fuggiva via dai miei sensi verso una dimensione irraggiungibile, improvvisamente alle mie spalle il ?tempo? irruppe con la violenza della sua inesorabilità, con il suo ?verbo?, con il suo suono, riempiendo anche gli angoli più nascosti della boscaglia ma anche le mie fibre più interne. Il suono di una enorme campana invisibile era esploso improvviso e le vibrazioni si propagavano attorno e si prolungavano verso un tempo ed uno spazio inesauribile ed indefinibile senza direzione. Non sapevo che era una campana, una enorme campana di bronzo che avrei trovato di lì a poco sulla via del ritorno e che percossa con una grossa mazza di legno emanava quel suono basso e profondo che vibrava a lungo nella foresta. Lungo il sentiero del ritorno c’era una tettoia nascosta nel folto della vegetazione, costruita con grossi tronchi che sorreggevano la grande campana e ne sopportavano il peso. Era lì da gran tempo e chi passava poteva far risuonare il suo richiamo. Provai anch’io ed ascoltai il suono che si diffondeva ed espandeva, sommergendo come una ondata tutto attorno e provai ad immaginare verso chi quel mio messaggio fosse diretto nel e fuori del tempo.
Mi ricordai di Eraclito, mi ricordai di me stesso e di come cambiavo continuamente e di come non fossi mai, in ogni istante lo stesso come quelle piccole onde che il ramo di una pianta generava in continuazione sull’acqua mai uguali una all’altra mai uguali a se stesse.
Ecco che un giorno nel quale si compivano per me un certo numero di anni della mia vita, volli cercare di documentare me stesso attraverso quelle variazioni che sono di più immediata percezione e per me e per chi mi guardi da fuori, le variazioni della mia fisionomia che avrei potuto definire con “variazioni fisionomiche di essere umano nel corso del ventesimo secolo. Per registrarle in qualche modo ho ricercato fra le vecchie fotografie quelle che bene o male mi rappresentavano sia pure con discontinuità nelle varianti fisionomiche nel corso degli anni, la maggior parte foto di vecchie tessere. Eccole qua ed eccomi qua a domandarmi che cosa ha a che fare questa figura di vecchio con quella del giovane soldato o quella dell’infante. Ma!! Chissà se hanno mai avuto qualcosa in comune fra loro se non il tempo inesorabile che le portava via.
Illuminazione
La fisica quantistica con il suo Campo del Punto Zero c'insegna che da un'onda elettromagnetica “affiora” per nanosecondi una particella per poi tornare all'oblio dell'onda negli infiniti stati potenziali in cui “il partecipatore” la farebbe collassare per effetto della sua semplice attenzione focalizzata (desiderio di Dio). Ecco che allora “la particella” di coscienza individuale del sé separato dal tutto, anela all' ”antiparticella” del Sé connesso col tutto, per annichilire1 (in Dio , qui identificato .. ) nel Campo del Punto Zero.
Siccome per la fisica quantistica ogni singolo atomo di quest'universo visibile ma soprattutto invisibile, se pensiamo alla massa maggiore di esso che è appunto quella oscura, è consapevole del tutto in tempo reale (anche perché sia il tempo come lo spazio sono relativi alle deformazioni del campo gravitazionale al quale soggiaciono, come c'insegnò Einstein) a maggior ragione l'Uomo, questa incredibile struttura perfetta di livelli di coscienza compenetrati l'un l'altro (Chakras) espressione e frutto dell'evoluzione dai protozoi ai semi-dei, quali appunto potenzialmente siamo, anela a questa annichilazione dell'essere - in Dio, nel CPZ, nel Tao, Akasha, Inconscio Collettivo ecc.. consapevole che solo attraverso questa Grazia divina la sua consapevolezza deliberata potrà assumere tutte le infinite potenzialità (siddhis) altrimenti latenti, funzionali al Regno di Dio su questa terra, la Grande Opera, in una sincronicità perfetta di eventi ed azioni impersonali (non azione, wu wei, azione perfetta) ove la nostra natura umana, il veicolo, l'ego, e quella divina, il navigatore, il Sé, s'incontrano annichilendo nell'illuminazione, per poi risepararsi, carica d'Amore (Compassione, Giustizia e Verità.. ) consapevole di quella luce dell'Universo e tornare ad operare affidandosi ad essa nel suo viaggio nel mondo.
Ora.. poiché un' illuminazione temporanea è più o meno accessibile a tutti ma mantenerla viva è tutt'altra cosa, per questo è necessario il supporto e sostegno di una matrice, comunità d'intenti e complementarietà di doni, in grado di permetterle di attecchire su di un terreno fertile perché lavorato con la pratica di una vita, dissodandolo, gettandone via i sassi ( i beni materiali che c'impediscono di affondare le radici riappropriandoci del nostro terreno, come dice Itsuo Tsuda) estirparne le erbacce ( i vizi: l'ignoranza, la superbia, la presunzione, l'arroganza, orgoglio, invidia, la violenza/ ira , l'edonismo/ lussuria, ingordigia/ gola, avarizia/ cupidigia, ozio/ accidia, intemperanza) che sottraggono energia vitale alla tua pianta e le impediscono il pieno sviluppo spirituale dei propri doni nell'esperienza di compenetrazione con il divino nel reale.
Essendo la complementarietà dei “doni dello Spirito” fondamentale al consolidamento dell' esperienza fugace di illuminazione in questa dimensione duale proprio perché non si "vede" con gli occhi l'Uno, diviene quindi indispensabile un gruppo, o comunità (ben attenti a non cadere nelle sette ove solo uno, il capo, comanda e manipola) perché appunto i doni individuali possano essere condivisi e messi in sinergia al servizio dello Spirito come tante tessere di un puzzle, illuminandoci insieme, il senso e fine dell'Apocalisse.
Ciò non è impossibile, ieri a Report un ragazzo di Beijing ha detto che in quaranta vivono in una comunità si alzano alle cinque, praticano le arti marziali e lavorano la terra quattro ore il mattino e quattro il pomeriggio, di più non serve, non ha senso produrre ricchezze per accumulare beni che non utilizziamo, inquinando il pianeta, non veniamo pagati, condividiamo tutto.. sembrava davvero felice e credo sia la via giusta da seguire.
mArco
[1]IN FISICA, il processo nel quale una particella e la corrispondente antiparticella, per es. un protone e un antiprotone, interagiscono dando luogo a particelle più leggere. Più in generale, ogni processo per cui una massa si trasformi integralmente in energia (www.Treccani.it) [sotto forma di onda elettromagnetica]
Mariana Caplan descrive alcune trappole - come la crescita dell’ego, il transfert, l’abuso di potere,la truffa e la dipendenza da stati mistici - che si incontrano lungo il cammino spirituale. Il mito della spiritualità contemporanea messo a nudo.
Negli ultimi 40 anni, l’occidente è stato invaso da una marea di informazioni spirituali che ormai riempiono le pagine dei quotidiani, gli spettacoli televisivi e le riviste patinate a larga tiratura. Classi di meditazione sono offerte alle Nazioni Unite, Hillary Clinton usa tecniche di visualizzazione e rilassamento, lo yoga è insegnato in molte grandi aziende e la vita di celebrità spirituali come Richard Gere, John Travolta e Tom Cruise è frequentemente oggetto della curiosità del pubblico. La spiritualità è diventata non solo popolare, ma anche un grande affare.La New Age è un’industria multimiliardaria, e alcuni dei più famosi guru e maestri spirituali sono tra gli uomini più ricchi degli Stati Uniti.
Imitare i processi naturali. Collaborare con la natura invece di tentare di superarla. Pioniere dell’agricoltura naturale, Fukuoka insegna che sono poche le pratiche agricole veramente necessarie.
Masanobu Fukuoka (2 febbraio 1913 - 16 agosto 2008) è stato un botanico e filosofo giapponese. Pioniere dell’agricoltura naturale, il suo metodo si ispira al principio della non azione, del “non fare”, secondo la filosofia taoista. Istruitosi come microbiologo, ha iniziato la sua carriera come scienziato del suolo, specializzandosi nelle patologie delle piante. Presto mise in dubbio i preconcetti della scienza dell'agricoltura e lasciò il lavoro di ricercatore scientifico per dedicarsi, nei terreni di famiglia, allo sviluppo di un sistema di agricoltura che minimizzasse l'intervento dell'uomo nei meccanismi saggi della natura. Autore di “The Natural Way of Farming” e di “La rivoluzione del filo di paglia”, il suo libro più popolare, ha ispirato la naturalista spagnola Emilia Hazelip, che ha adattato il suo metodo per le condizioni climatiche occidentali ideando l'agricoltura sinergica.
Il metodo del non fare
Quattro sono i pilastri dell’agricoltura naturale di Fukuoka:
1. Non arare
Per secoli si è creduto che l’aratro fosse indispensabile per incrementare i raccolti. Ma non lavorare la terra, ci dice Fukuoka, è importante per l’agricoltura naturale: la terra si lavora da sé grazie all’azione di penetrazione delle radici e all’attività dei microrganismi e della microfauna del suolo.
2. Non diserbare.
Uno dei lavori tipici del contadino - più estenuante un tempo, quando si faceva a mano, e più inquinante oggi a causa dell’uso dei diserbanti chimici - è quello di rimuovere le cosiddette “erbacce”. Si è sempre pensato che le piante infestanti danneggiassero i raccolti. Fukuoka fa notare che:
a) in natura le piante vivono e crescono insieme;
b) le radici delle erbe penetrano a fondo nel terreno smuovendolo e facendo entrare aria;
c) quando le erbe concludono il loro ciclo vitale, forniscono l’humus che permette ai microrganismi della biosfera di svilupparsi arricchendo e fertilizzando il terreno.
Tutto avviene da sé, per l’appunto l’agricoltura del non fare.
3. Non concimare
Errate pratiche agricole, ammonisce Fukuoka, impoveriscono il suolo delle sue sostanze nutritive essenziali causando un progressivo esaurimento della fertilità naturale. Lasciato a se stesso, il suolo conserva naturalmente la propria fertilità, in accordo con il ciclo naturale della vita vegetale e animale.
4. Non usare prodotti chimici
Dall’epoca in cui si svilupparono piante deboli per effetto di pratiche innaturali come l’aratura e la concimazione, le malattie e gli squilibri fra insetti divennero un grande problema in agricoltura. La natura, lasciata fare, è in equilibrio perfetto. Insetti nocivi e agenti patogeni sono sempre presenti, ma non prendono mai il sopravvento fino al punto da rendere necessario l’uso di prodotti chimici. L’atteggiamento più sensato per il controllo delle malattie e degli insetti è avere delle colture vigorose in un ambiente sano.
Muoversi verso la semplicità, imitando la natura
In agricoltura, il cui vero motore è la natura, il miglior modo di agire è quello di lasciare libero il campo al “meccanismo di autoregolazione, che può manifestarsi soltanto se non gli si fa violenza”. Fukuoka nei suoi campi fa crescere una copertura permanente di trifoglio bianco, poi sparge sul suolo la paglia come pacciamatura per arricchire il terreno e trattenere le erbacce. La pratica della pacciamatura imita la natura, rende il terreno più fertile ed equilibra il bilancio nutritivo: mantiene la terra più umida così da rendere meno frequenti le irrigazioni e massimizzare il risparmio idrico, controlla le erbe infestanti (ricoprendo il suolo, ne rallenta la crescita), contribuisce a rendere il terreno più morbido evitando l’erosione, mantiene più sane le piante (il materiale organico della pacciamatura -i fili di paglia- fornisce alla terra tutti gli elementi micro e macronutrienti).
La rivoluzione del filo di paglia
"La maniera normale di sviluppare un nuovo metodo è domandarsi: “E se si provasse questo?” o “E se si provasse quest'altro?”, introducendo diverse tecniche una sull'altra. Questa è agricoltura moderna e si risolve solo nel rendere più occupato il coltivatore. Io facevo il contrario. Cercavo un modo simpatico, naturale di coltivare che si risolvesse nel rendere il lavoro più facile invece che più duro. “E se si provasse a non fare questo? E se si provasse a non fare quest'altro?”: era questa la mia maniera di pensare. Alla fine arrivai alla conclusione che non c'era alcun bisogno di arare, alcun bisogno di dare i fertilizzanti, alcun bisogno di fare il composto, alcun bisogno di usare insetticidi. A ben guardare sono poche le pratiche agricole veramente necessarie...
Passate con attenzione attraverso questi campi. Libellule e farfalle che volano in un turbinio di vita. Api che ronzano di fiore in fiore. Scostate le foglie e vedrete insetti, ragni, rane, lucertole e molti altri piccoli animali… Questo è l’ecosistema del campo di riso in equilibrio…E adesso guardate un momento il campo del vicino. Le erbacce sono state spazzate via dai diserbanti e dalle lavorazioni. Gli animali e gli insetti del terreno sono stati tutti sterminati dai veleni…D’estate si vedono gli operai agricoli al lavoro nei campi con addosso maschere antigas e lunghi guanti di gomma. Questi campi di riso che furono coltivati continuamente per più di 1.500 anni sono stati ora resi sterili dalle pratiche agricole di rapina di una sola generazione".
L'eredità di Masanobu Fukuoka: fiducia nella natura, efficienza, risparmio
Il metodo di coltivazione dell’agricoltura naturale, che si realizza essenzialmente su piccola scala, è particolarmente adatto a piccoli possedimenti, avvalendosi più dell'attenzione al dettaglio che del ricorso al lavoro intenso, richiedendo comunque esperienza e una notevole abilità. Il tempo totale di lavoro viene notevolmente ridotto, fino all'80 per cento rispetto ad altri metodi. Secondo le affermazioni di Fukuoka, il suo metodo ha prodotto in Giappone rendite per ettaro simili a quelle medie ottenute con tecniche che si avvalgono della chimica. Il suo approccio, in 50 anni di effettivi e sorprendenti risultati, ha a volte messo in serio dubbio molte certezze dell’agricoltura tradizionale.
"La vera battaglia non è con i nostri genitori, ma dentro di noi con noi stessi per non divenire come loro" [don Luigi Verdi]
Per questo cerchiamo un maestro invece di guardarci dentro ed affrontare in zhan zhuang i nostri demoni ...
-Comunque non ha senso dire al tuo carnefice in punto di morte grazie per aver immolato la tua vittima sacrificale che ora sarà costretta a portare il sigillo di Satana sulla sua fronte e nel cuore per il resto della sua vita! Certo che ogni sofferenza è un occasione per l'uomo di evolversi ma la Chiesa è la portatrice del più alto grado di violenza e dissociazione dalla responsabilità che ciascun essere ha nei confronti dei reali doni dello Spirito che gli sono stati fatti e dei quali dovrà rendere conto alla "Coscienza Universale" Tao Dio o Inconscio Universale, una volta tornati ad essere uno spirito disincarnato avendo assolto, nel bene e nel male, al compito che si era venuti a svolgere.
"Guai a voi scribi, che non solo possedevate le chiavi del Regno e non vi siete entrati, ma avete impedito agli altri di entrarvi" !!! (Gesù il Cristo)
Ho collegato questo "buonismo" da lieto fine dei films americani alla Chiesa perché ritengo che sia retaggio di una cultura religiosa ("Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno")
un atto insensato che oltre a non risolvere niente ti toglie il potere necessario al "solve et coagula".. Se il padre gli chiedeva: "SCUSA PER TUTTO IL MALE CHE TI HO FATTO"; lui l'avrebbe abbracciato con tutto il cuore. Ma se la domanda non parte dall'altro tu non hai nessun potere o spazio d'azione per agire sulla sua anima e lui sulla tua. Il perdono è l'unica via possibile. Ma senza questo prederquisito è un atto di sottomissione ed al tempo stesso di profonda SUPERBIA, per questo si è dissociati titanicamente dalla propria natura e recisi alla radice dalla propria possibilità di evolversi come lo si è del resto dalla propria forza sessuale.
Il famoso tarlo del SENSO DI COLPA che c'inocula la Chiesa (del peccato originale frutto della colpa di Adamo ed Eva e per il fatto che Gesù si è fatto immolare come Agnello Sacrificale per le nostre colpe che abbiamo a nostra insaputa ereditato alla nascita per effetto dell'atto SESSUALE dei nostri genitori nel concepimento) legando quindi quest'ultimo alla sessualità fin dai primi anni di età attraverso il "catechismo".. Arrivando addirittura a stravolgere il significato profondo dei comandamenti, nel cui caso specifico dal: "Non commettere adulterio" si arriva nel catechismo al "-NON COMMETTERE ATTI IMPURI !!!" E quali sono questi atti se non tutto quello che ha a che fare direttamente od indirettamente con la sessualità? E perché Dio ce l'avrebbe data se non fosse uno strumento CREATIVO in grado di renderci simili a Lui (il mangiare del frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male: della sessualità appunto simboleggiata dal serpente..)? Dio (campo del Punto Zero) vuole essere sfidato dall'Uomo e vinto perché la sua vita si possa trasformare da miseramente umana in magicamente divina.
[Riferimenti: Lotta di Giacobbe con Dio: Genesi Cap. 32 23-33] mArco
Gli Ultimi: i depositari del Regno, la Via della non sottomissione od aspirazione alle ricchezze..
La solidarietà ed il mutuo sostegno tra i popoli è l'unica alternativa all'imbarbarimento che porta a fenomeni quali l'ISIS e le loro distruzioni della bellezza di cui siamo solo i depositari. L'effetto di un imbarbarimento ed assenza di valori perpetrato ad oltranza da coloro che avrebbero dovuto orientare il mondo verso una cultura del rispetto e del disarmo planetario utilizzando le immense risorse per sanare le disuguaglianze invece che sterminare chi non la pensa come noi accentrando sempre più miliardi di euro nelle mani di meno avidi e loschi individui che mai riusciranno, per ironia della sorte, a goderne il benché minimo sollievo nelle loro sordide esistenze atte a sversare umori ed esalazioni fetide come unica eredità del loro passaggio ai posteri su questa terra.
Itsuo Tsuda ed i principi dell'AiKiDo di Weshiba
La sua via schematizzando si può riassumere in: visualizzare, respirare con l'addome, postura coerente, decontrazione muscolare, (azione intransitiva che io traduco con) non azione, concentrazione, principio di non resistenza ( che Yoshigasaki chiama: ripetto dell'intenzione del partner - non dell'avversario!) e principio, appunto, del non-avversario .. che traduco con unire il suo ki (chi) al mio e muoversi liberamente come non ci fossimo più entrambi: semplicemente "danzando" per ripristinare insieme la somma armonia dell'universo. [adattato da pag.315]
"Portare avanti un progetto un anno dopo l'altro, con la pioggia e il bel tempo, senza essere turbato da idee sterili, sconvolto dall'emotività, fuorviato dalla cupidigia. Andare avanti con passo sicuro e silenzioso per donare il massimo della vita che si è ricevuta, ecco che cosa fa l'uomo indipendente e libero".
C'è chi dice che per essere indipendenti e liberi occorre avere notevoli mezzi.
Ma oggi siamo caduti in un'altra sorta di schiavitù, proprio quella dei mezzi che ci vengono offerti dalla vita moderna. Per me non si tratta dei mezzi, delle ricchezze, delle situazioni, degli ambienti: si tratta unicamente dell'atteggiamento fondamentale dell'essere.
Ma l'essere umano è troppo complesso per essere ridotto a semplici concetti."
[ Itsuo Tsuda "La scuola della respirazione" Sugarco Edizioni 1973 pagg.278-279]
"Il Ki può essere di tutti i tipi: calmo, agitato, irritato, gaio, triste, aggressivo, gentile, dolce, malinconico, aperto, chiuso, affabile, ostile. Può essere diretto, concentrato, localizzato, polarizzato, disperso, ben suddiviso o bloccato. Non si tratta dunque di un potere occulto che avrebbero solo alcuni individui dotati. La constatazione del Ki poggia su fatti molto banali."
[ibid p.216]
"L'arma più potente nelle mani degli oppressori è la mente degli oppressi". - Steven Biko.
Anche Gesù aveva detto "agli ultimi" dell'epoca che non dovevano ambire a diventare dei "ricchi"
né a dare il loro potere in mano a questi ultimi, tra i quali rientravano in primis i sacerdoti, gli scribi ed i farisei
ma ad "occuparsi del Regno": un Regno di Solidarietà, Fratellanza tra tutti i popoli e le razze
e Condivisione delle risorse del pianeta;
perché dall'Egoismo e corsa all'accaparramento dei beni deriva quest'inferno in cui viviamo.
"Il mio valore riposa dentro di me, ed è immenso. Immenso! E'immenso in maniera indipendente dalle valutazioni di chiunque; ma è lo stesso, identico, immenso valore che giace in ogni essere umano senza alcuna eccezione, pronto ad essere manifestato da ognuno nella sua distinta peculiarità (Shen Fa) . Perché in Verità, noi siamo uno stormo di Dei inviato sulla Terra a vivificare di Spirito la materia; e se c'é chi sceglie di dimenticare tutto questo per fare a gara a chi è più bravo o meno bravo, ebbene, io questa gara la rifiuto, perché tutto questo non è neanche da lontano quello per cui sono venuto qui. E perché in questa gara non vince nessuno, ma perdiamo tutti."
Giulio Achilli - "Virtù Superiori - pag. 184" Gino Strada
"Il 7 ottobre 2001 iniziava l’ultima guerra in Afghanistan, una guerra cui partecipa anche l’Italia.
Sono passati tredici anni e non è ancora finita.
Doveva “sconfiggere il terrorismo”: eppure il mondo non è più sicuro di allora.
Doveva portare “ pace, libertà, sicurezza”: EMERGENCY, che in ?#?Afghanistan? lavora dal 1999, ha sempre detto che la guerra non risolve i problemi e anche questa volta è andata così.
Basta guardare i nostri registri ospedalieri: da gennaio a luglio di quest’anno, abbiamo ricoverato 2.608 feriti di guerra, 5.581 feriti sono stati curati in pronto soccorso.
A Kabul, il 20 percento delle vittime aveva meno di quattordici anni.
A Lashkar-gah, un ferito su tre aveva meno di quattordici anni.
Il 13 percento dei feriti erano donne.
Quanto tempo serve ancora per capire che la guerra è uno strumento che non funziona?
Quante vittime ancora serviranno per cancellare la ?#?guerra? dalle nostre vite?"
Cecilia Strada, Presidente di Emergency
"Ciò che sta accadendo in questo momento è l'esatto risultato di ciò che io, in qualche modo, in qualche tempo, ho seminato nel passato.
Tutto ciò che è nella mia vita, esiste perché scaturisce da una semina pregressa, o perché forze superiori hanno deliberato che questo è un cancello da cui io devo passare per la mia propria ed intima evoluzione.
Responsabilità ed azione sono legati in maniera indissolubile. Sono amanti follemente abbracciati in una meravigliosa danza di poesia e creazione.
Dunque io smetto in questo preciso istante di lamentarmi delle mie condizioni e delle mie circostanze di oggi..
Credere o meno a questa Legge non ne neutralizza gli effetti.
"
Giulio Achilli -"Virtù Superiori"
Tao Te Ching cap. 48
Chi cerca l'erudizione, ogni giorno aggiunge qualcosa.
Chi cerca il Tao, ogni giorno toglie qualcosa.
Togli sempre di più, finché non arrivi alla non azione. (Wu Wei)
Quando pratichi la non azione, non c'é nulla che non venga fatto. (che giunga a compimento attraverso di te..)
Conquisterai il mondo se lascerai che ogni cosa segua il suo corso.
Se nutrirai delle ambizioni, non potrai conquistarlo.
Sulla caducità dell'Universo
L'Onnipotente, se esistesse, avrebbe creato l'universo così caduco, per il "gusto" di contemplare sé stesso in una continua creazione
sempre nuova nella forma, pur condividendone l'intima coerenza con la sua medesima sostanza.
Gedske Ramlov
L'Onnipresente non è responsabile della virtù o del vizio di alcun essere.
La conoscenza è avvolta dall'ignoranza; per questo le creature si smarriscono. [Bahagavad Gita Cap.5 §15]
Mauro Pesce intervistato da Augias
Tutti crediamo in qualcosa per vivere ma la vera domanda è in che cosa crediamo; dopo aver risposto a quella precedente di CHI SIAMO?! -come dice Gurdjieff:
"
Se un uomo sa essere sincero con se stesso, non sincero come si intende abitualmente, ma spietatamente sincero, di fronte alla domanda "Che cosa sei?" non conterà su una risposta rassicurante.
Provate a porvi la domanda " Che cosa sono?". La maggior parte di voi si troverà in imbarazzo e finirà col rispondere con un'altra domanda "Che cosa significa?".
Questa è la prova che un uomo ha vissuto tutta la sua vita senza porsi tale domanda, e che ritiene scontato di essere "qualcosa", addirittura qualcosa di molto prezioso che non è mai stato messo in dubbio. Nello stesso tempo egli è incapace di spiegare che cos'è questo qualcosa, incapace persino di darne una minima idea, dal momento ch'egli stesso la ignora. E se l'ignora, non è forse perchè questo "qualcosa" non esiste, ma solamente si suppone che esista?
Non è strano che le persone dedichino così poca attenzione a se stesse, alla conoscenza di se stesse? Non è strano che chiudano gli occhi con tanto sciocco compiacimento su ciò che sono realmente, e che passino la vita nella piacevole convinzione di rappresentare qualcosa di prezioso?
Essi si dimenticano di guardare il vuoto insopportabile che si cela dietro la superba facciata celata dal loro autoinganno.
Per la verità, non è sempre così. Non tutti si guardano così superficialmente. Ci sono degli uomini che cercano, che hanno sete di verità profonda e si sforzano di trovarla, che tentano di arrivare all'essenza delle cose, dei fenomeni e di penetrare in se stessi.
Se un uomo ragiona e pensa in modo corretto deve inevitabilmente ritornare a sé e cominciare a risolvere il problema di ciò che egli stesso rappresenta e qual'è il suo posto nel mondo che lo circonda."
(tratto dal suo: "Vedute sul mondo reale")
Alla prima domanda, invece: IN CHE COSA CREDIAMO?!
Mauro Pesce intervistato da Corrado Augias in Inchiesta su Gesù a pag.198 dice che abbiamo trasformato il monoteismo ebraico attraverso il paganesimo romano in un pantheon di divinità tra Maria e i santi .. portato a Termine dal Vescovo di Lione Ireneo nel II° secolo d.C. che ha dato una prima forma all'ortodossia cattolica (di stampo greco-romano in quanto i romani inglobavano come prassi tutte le divinità dei popoli conquistati nel loro pantheon e la Chiesa alla fine ha fatto lo stesso: si è integrata nella cultura pagano-romana .. la nascita di Gesù del 25 dicembre era la festa del dio Mitra .. ecc).
A fine pag 201-202 dice che il cristianesimo"ha preso dall'ebraismo l'idea del Dio unico ed assunto come testo la Bibbia ebraica leggendola in un modo in sostanza non ebraico ed ha collocato il pensiero di Gesù e le opere dei suoi primi seguaci all'interno di una cultura essenzialmente non ebraica, vale a dire pagana e greca."La stessa opera di sincretismo religioso che invece ha condannato nelle eresie invece molto più tolleranti.Il termine eresia, prima della santa inquisizione indicava solo "scelta, un' opinione liberamente abbracciata" quindi un atto di profonda libertà di espressione e di culto ...
Commento del Prof. Vincenzo Estremo
"
Plotino e Agostino sono gli artefici di una fusione di pensiero. Il cristianesimo non esisteva prima della rettifica e istituzionalizzazione neoplatonica. Cosa che contiene in se le vere ragioni dello scisma d`oriente con i neo platonici a Roma ed i platonici ortodossi a Bisanzio.
Cosa dire il Cristianesimo era passé gia nel II sec. quando l' ideologismo platonico asfissiatosi e distrutto dall`empirismo trovò nel populismo orientale del cristianesimo linfa e grazia per durare altri .... duemila anni".
Circa la vera forza (femminile) usata da Gesù per cambiare sè stesso e contagiare coloro che lo hanno incontrato storicamente
"E' come se, da quel momento, Gesù scegliesse di usare non il sistema della forza e perciò dei miracoli, ma della debolezza, quasi che il sistema della forza, dei grandi miracoli, della predicazione pubblica non avesse dato un risultato soddisfacente. E' mediante la via del fallimento e della debolezza che egli pensa ora di raggiungere il risultato che si propone. Ma la folla, nonostante i miracoli, nell'ora del fallimento si disperde e lo abbandona".
[pag 137 -cap. su Gesù taumaturgo]
"Egli evita qualsiasi forma di sfruttamento economico delle sue doti religiose (siddhis) e taumaturgiche"
"Nulla è più lontano dalla sua prassi che il costruire santuari nei luoghi dove si sono verificati miracoli o dove risiede un santo guaritore. Tali luoghi divengono necessariamente anche centri di accumulo di denaro, di beni, di potere, di superstizioni, tutti fenomeni estranei al suo insegnamento." [pag. 138]
L'altra metà del cielo
Ritengo, come ho detto più volte ai miei .. "discepoli" che meta' del lavoro di completezza del Chi individuale si possa e vada fatto attraverso il Kung Fu Qigong dell' Yi Quan e del Taichichen, ma l'altra metà (escatologicamente parlando) vada fatta necessariamente lavorando sullo Shen o piano della propria evoluzione spirituale, perché i due s'incontrino nel cuore (Xin, per i cinesi: organo psicofisico attaravrso il quale si percepisce il mondo..).
Il settimo chakra (la corona)
quello che Cristo ha indicato simbolicamente con la frase "io sono la porta" (Gv 10,9) "se uno entra attraverso di me sarà salvo .." rappresenta la pienezza dei doni dello Spirito, uno sviluppo completo dell'anima (la pienezza del Chi corporeo taoista) che non è venuta a patti strada facendo con le tre tentazioni del "deserto": la paura di morire di fame, lo sfidare le leggi divine sostituendosi a Dio senza averne timore e la ricerca di potere economico e del possesso sul prossimo e sulle sue energie vitali sfruttandole e rubandole per accrescere le proprie, anche solo in termini di conoscenze, "gratuitamente": come se l'evoluzione spirituale fosse un bene che si possa rubare ed impossessarsene diventando migliori degli altri. Così la superbia, ossia il ritenere gli altri inferiori a noi, diviene la falsa matrice di tutti i nostri pensieri più o meno consci e noi con il nostro "corpo mentale" diventiamo il principale nemico di noi stessi.
Attraverso le Zhan Zhuang, Shi Li e Muo Cha Bu nonché le due Chen si può arrivare ad aver consapevolizzato tutti i nostri blocchi psicosomatici, da dove provengano e convertirli in carburante per la trasformazione completa del nostro essere (compreso l'aspetto fisico!) fino al carattere .. Ma da un certo punto in
poi bisogna aprirsi alla "Grazia divina" elevando la nostra intensità dell' "energia magnetica"(attraverso il digiuno la preghiera e la meditazione/ascolto) per attrarre e risolvere ad uno ad uno i nostri nodi karmici per i quali ci siamo dovuti reincarnare.
Meditando oggi sul libro di Augias e Pesce "inchiesta su Gesù" e finito al capitolo 40 di Isaia ho letto al versetto 29:
"Egli dà forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato.
... quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile,
corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi."
Come per sperimentare la potenza di Dio su di noi bisogna essere puri nella ricerca e privi di ogni forma di attaccamento, dipendendo quindi da Dio completamente anche per il proprio sostentamento quotidiano, così se non si è disposti, da un certo punto in poi, ad abbandonare il potere ed il controllo anche su noi stessi attraverso la pratica personale, non si può sperimentare fino in fondo la "rugiada divina" che scende su coloro che sono pronti nell'oggi della vita a coglierla come dono e sostentamento divino per la nostra evoluzione finale: raggiungere la vetta: il campo del punto zero, il Tao, la sorgente: Dio.
"Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!"
Mauro Pesce nel libro di Augias a pag. 62 lo traduce con "il regno di Dio è dentro di voi"
Buona pratica spirituale a tutti noi mArco
Preghiera e meditazione
La preghiera è chiedere qualcosa non per noi direttamente; la meditazione è ascoltare il nostro
interlocutore cos'ha da chiederci di fare: per lui, per noi, per il genere umano; dunque in ogni "telefonata"
che si rispetti, si parla ma soprattutto si ascolta (il campo del punto zero, il Tao, Dio, Maria .. a seconda delle preferenze)
Per la chiesa Maria è la personificazione della qualità della forza preposta a schiacciare il serpente:
le forze dell'ego, dell'avidità, della sete di potere e di possesso su beni e persone fino alla tortura e la loro eliminazione fisica
L'uomo è capace di atti eroici come delle atrocità più meschine a seconda che si faccia canale di forze celesti o bestiali
Trovare l'armonia in sé stessi, il proprio posto nel mondo è un dono che il Signore ci fa purché glielo chiediamo con cuore puro
"beati i puri di cuore perché vedranno Dio" che non significa essere perfetti, ma conoscere e tenere la nostra belva al guinzaglio..
-Trovate, troviamo, un brano della bibbia per sintonizzarci su quel livello di vibrazione -creiamo il vuoto mentale per formalizzare la richiesta ad es: la fine del massacro del popolo palestinese unendo ad essa il sentimento della compassione per questi popoli il rispetto del cammino di ogni singolo essere umano a qualunque livello della sua evoluzione si trovi.
-meditiamo sulla pace visualizzandola come una rugiada divina che discende dal cielo ed avvolge a partire da quel paese tutta la terra
-ringraziamo la figura di Maria per aver accolto la nostra preghiera d'intercessione.
Spero che queste poche riflessioni/strumenti possano esservi stati di aiuto e che impariate ad usarli nella vostra vita per cambiarla.
Penso che questa preghiera / meditazione sincronizzazione con i cammini di fede universali abbiano davvero il potere oggi di creare una nuova coscienza ed una nuova umanità e siano un occasione che non possiamo davvero perderci.
Buona pratica spirituale a tutti noi mArco
L'insegnamento nascosto nel bonificare un pezzo di terra selvatico senza pretenderne i frutti: prendendosi cura attraverso le piante di noi stessi
Attraverso il lavoro sulla terra comunque apprendiamo qualcosa di fondamentale su noi stessi ..
che la natura ha da sempre i suoi ritmi e tempi che vanno rispettati ..
che siamo noi che dobbiamo uniformarci a questi non loro al nostro tempo mentale sempre più accelerato ..
che in tutto ci vuole tempo pazienza dedizione ascolto fatica ed amore perché porti frutto ..
che non esistono scorciatoie che fanno alla lunga più danni di quello che ci promettevano di risolvere ..
che un bene va condiviso ora che siamo nella "disonesta ricchezza" (vangeli..) prima che vada perso per entrambi. mArco
Mc Taggart sul Campo del Punto Zero
“Sembrava funzionare soltanto, scoprì, quando usava un modo di desiderare moderato, piuttosto che una volontà ed uno sforzo intensi. Era come cercare di addormentarsi: più accanitamente ci si prova, più si interferisce con il processo.
..
“Il nostro stato naturale (secondo i lavori di Braud) è una relazione – un tango – uno stato costante di una persona che influenza l’altra. Proprio come le particelle subatomiche che ci compongono non possono essere separate dallo spazio e dalle particelle intorno a loro (dalle acquisizioni scientifiche della fisica quantistica) così anche gli esseri umani non possono essere isolati l’uno dall’altro. Un sistema vivente di coerenza più elevata può scambiare informazioni e creare o ristabilire coerenza in un sistema disordinato, casuale e caotico. Lo stato naturale del mondo vivente sembra essere l’ordine – una spinta verso una coerenza più grande. La neghentropia sembra essere la forza più forte (a patto che se ne sia consapevoli e la si utilizzi attraverso un intenzione coerente e deliberatamente ordinata .. magari da una fede adulta). Con l’atto dell’osservazione e dell’intenzione, abbiamo l’abilità di estendere una specie di super-radiosità nel mondo (o super-“luminanza/radianza”).
..
Molte delle più grandi conquiste dell’umanità potrebbero derivare da un individuoche improvvisamente ottiene accesso a un cumulo di informazione condivisa –uno sforzo collettivo nel Campo del Punto Zero – in quello che consideriamo essere un momento d’ispirazione. .. la nostra intelligenza, creatività e immagionazione non sono racchiuse nei nostri cervelli, ma esistono come un’interazione con il Campo.
.. Dove inizia e finisce ciascuno di noi?
.. Se ogni risultato, ognio evento fosse una relazione, e i pensieri fossero un processo della comunità, potremmo avere bisogno di una forte comunità di buone intenzioni per funzionare bene nel mondo (circa la nostra salute mentale e fisica).
..
(Lo studio alla fine del capitolo riporta poi un esempio di vita “coesiva” di una piccola comunità di emigranti italiani trapiantata nella cittadina di Roseto nella Pennsylvania; questi pur nelle disparità economiche non vivevano nella gelosia e separazione per un senso di interrelazione e di appartenenza degli uni agli altri in quanto tutti italiani depositari – allora – di una grande cultura di solidarietà, soprattutto nel dopoguerra.
.. “Nonostante la prevalenza di diversi fattori di alto rischio per la salute nella comunità – fumatori, stress economico, dieta ricca (non essendo più in Italia/dieta mediterranea ecc..) di grassi (saturi) - le persone di Roseto avevano una percentuale d’infarti cardiaci minore della metà rispetto alle città vicine.
Dopo una generazione, la coesione della cittadina si ruppe; i giovani non avevano più il senso di comunità e molto presto iniziò ad assomigliare ad una tipica città americana – una collezione di individui isolati.
Parallelamente, la percentuale d’infarti cardiaci risalì rapidamente al livello di quella dei vicini.
Per quei pochi anni Roseto era stata coerente.
Braud aveva mostrato che gli esseri umani andavano oltre i limiti dei confini individuali dei loro corpi fisici.
Quello che ancora non sapeva era quanto lontano potremmo viaggiare.
[fine cap.7 Lynne Mc Taggart “The Field – il Campo del Punto Zero” - Macro Edizioni pagg.191,192]
"Sembrava che la mente inconscia in qualche modo avesse la capacità di comunicare con l'universo fisico sub-tangibile - l'universo quantistico di tutte le possibilità.
Questo matrimonio di mente non ancora formata e materia avrebbe quindi assemblato se stesso in qualcosa di tangibile nell'universo manifesto.
Questo modello è completamente sensato se abbraccia anche le teorie del Campo del Punto Zero e la biologia quantistica proposta da Pribram, Popp e da altri.Sia la mente inconscia - un mondo prima del pensiero e dell'interpretazione consapevole - che l' "inconscio" della materia - il Campo del Punto Zero - esistono in uno stato probabilistico di tutte le possibilità. La mente subconscia è un sottostrato pre-concettuale dal quale emergono i concetti, e il Campo del Punto Zero è un sottostrato probabilistico dell'universo fisico.
Sono mente e materia al livello più fondamentale. Nella dimensione sub-tangibile, possibilmente di origine comune, sarebbe sensato dire che c'é una grande possibilità di interazione quantistica.
...
Potremmo definire il Campo come l'abilità della materia di organizzare sé stessa in maniera coerente.
Come avevano teorizzato Pribram e Hameroff, la consapevolezza deriverebbe dalla superradianza, una cascata di coerenza subatomica che si diffonde - quando le particelle quantistiche individuali come i fotoni, perdono la loro individualità ed iniziano ad agire come un'unità singola. (risonanza)
Poiché ogni movimento di ogni particella carica di ogni processo biologico è rispecchiato nel Campo del Punto Zero, la nostra coerenza si estende fuori nell'universo.
In accordo alle leggi della fisica classica, particolarmente alla legge dell'entropia (della Termodinamica) il movimento di un universo inanimato é sempre verso il caos ed il disordine.
La coerenza della consapevolezza, al contrario, rappresenta la più grande forma di ordine conosciuto dalla natura, e gli studi del P.E.A.R. suggeriscono che questo ordine potrebbe aiutare a dar forma e a creare ordine nell'universo.
Quando desideriamo qualcosa o ci prefiggiamo qualcosa, un atto che richiede molta unità di pensiero, la nostra stessa coerenza potrebbe essere, in un certo senso contagiosa.
Al livello più profondo, gli studi del P.E.A.R. suggeriscono anche che la realtà è creata da ognuno di noi soltanto grazie alla nostra attenzione. Al livello più basso della mente e della materia, ognuno di noi crea l'universo."
Lynne Mc Taggart "The Field:Il Campo del Punto Zero" pagg.169-170 Macro Edizioni
Fritjof Capra sul "Wu Chi"
Come spiega bene parlando di fisica quantistica e relatività Fritjof Capra nel Tao della Fisica a pag 258 .. il Diagramma vuoto-vuoto .. tre particelle un protone ed un antiprotone ed un pione emergono dal nulla e scompaiono nuovamente nel vuoto .. nella teoria dei campi le forze tra le particelle sono viste come riflesso delle forme dinamiche (le nubi virtuali) inerenti alle particelle stesse. L’esistere ed il dissolversi delle particelle sono semplicemente forme di moto del campo (W.Thirring). Il “vuoto fisico”, -com’é chiamato nella teoria dei campi- non è uno stato di semplice non-essere, ma contiene la potenzialità di tutte le forme del mondo delle particelle.Queste forme , a loro volta non sono entità fisiche indipendenti, ma soltanto manifestazioni transitorie del vuoto soggiacente ad esse. Come dice un sutra: “La forma è vuoto, e il vuoto è in realtà forma”.
Alla luce di queste considerazioni della fisica, molto simili alla concezione che avevano i taoisti 2.500 anni fa, si comprendono allora i significati delle parole del Cristo, per il quale nessuna cosa era impossibile: a noi oggi mancano solo le chiavi d’accesso per rendere operativi questi “siddhis”, la fede nei doni infiniti che ci sono stati affidati .. “se aveste la fede di questo granellino di senapa, potreste dire a queste montagne di spostarsi e queste si muoverebbero”. Per il fatto stesso che una realtà si è presentata alla nostra mente conscia questa già esiste; sta a noi decidere se volerla realizzare o lasciarla tornare al nulla dal quale è temporaneamente emersa.
"Tutti i concetti che usiamo per descrivere la natura .. sono parti della mappa, non del territorio". ["Il Tao della fisica" - Fritjof Capra - Adelfi - pag.186]
La geometria, come la Bibbia, dopo Einstein ci ha rivelato non essere inerente alla Natura, ma imposta ad essa dalla nostra mente;
Allo stesso modo la Bibbia, non é la Parola di Dio rivelata all'umanità, ma una "mappa", appunto, che l'Uomo si è fatto, strada facendo,
per descriverne la Sua esistenza. Oggi, la fisica quantistica è andata ben oltre. L'essere in grazia di Dio non è più un fatto di confessione ma di connessione.
L'esistenza di Dio ..
Su SKY scienze ho visto una puntata del Morgan Freeman Show che parlava dei nuovi calcolatori quantistici dove in "ciascun bit possono essere presenti sia lo zero che l'uno contemporaneamente.." E sul fatto che l'Universo sia un enorme calcolatore poiché ogni molecola al suo interno memorizza e scambia infinite informazioni con tutte le altre con le quali viene in contatto .. argomento già conosciuto all'epoca di Pauli e Jung circa le "sincronicità" .. Insomma si sta parlando dell'esistenza scientifica di Dio in quanto super mente che ingloba al suo interno tutte le scintille individuali, dalle più elementari alle più complesse di coscienza.
Buon Natale,
mArco
Storia di un’Anima – Teresa di Lisieux
“Una volta mi meravigliavo che il Buon Dio non desse gloria eguale in Cielo a tutti gli eletti ..
Allora Paolina mi disse di andare a cercare il grande “boccale di papà” e di metterlo vicino al mio piccolo ditale, poi di riempirli ambedue d’acqua, e mi chiese quale fosse più pieno. Le dissi che erano pieni allo stesso modo e che era impossibile metterci più acqua di quanta ne potevano contenere.
La mia amata madrina allora mi fece capire che in cielo il buon Dio darà ai suoi eletti tanta gloria quanta ne potranno portare e che così l’ultimo non avrà alcunché da invidiare al primo.”
(Questa a mio avviso risolverebbe una volta per tutte il passo controverso del Vangelo di Mt 20,1-16 circa la parabola degli operai nella vigna e dei loro uguali salari pur avendo lavorato per tempi e modalità diverse ..)
Raggiungere la Vetta ...
".. L'insensibilità ti aiuta a stare in questo mondo orrendo senza esserne turbato, però a un prezzo, e il prezzo è molto alto:
sei a tuo agio in questo modo, ma non puoi penetrare nel divino, nel totale, nel Tutto; non puoi penetrare nell'altro mondo.
... per questo mondo occorre l'insensibilità, per l'altro va bene la sensibilità (da qui l'impossibilità di accedervi)...
(Quando il Custode del Cancello del Nirvana apri' la porta al Buddha egli rispose:)
"Non posso entrare prima che tutti gli altri siano entrati prima di me. Aspettero'!
A meno che ogni essere umano sia entrato, il paradiso non fa per me.
"
".. Shankara e Nagarjuna poterono dire che questo mondo è solo un sogno. -Non che sia davvero un sogno:
non erano degli sciocchi, e neppure dei sempliciotti che dicevano che questo mondo è effettivamente un sogno.
Affermando questo, intendevano dire di essere diventati dei testimoni, perfino di questo mondo così reale.
E una volta che sei diventato testimone di qualcosa, questa diventa un sogno.
Ecco perché il mondo è chiamato Maya, illusione. Non che sia irreale, ma in quanto si può diventarne testimoni.
E una volta che ne diventi un testimone consapevole, pienamente consapevole
per te l'intera realtà accade proprio come in un sogno,
perché insorge una distanza (tra la tua consapevolezza ed il mondo) e tu non ti identifichi
(né con il tuo passato né con il tuo corpo mentale che genera costantemente questo mondo duale che percepiamo attraverso i sensi).
L'insegnamento di un filo d'erba ..
In assenza di vento è fermo e pratica Zhang Zhuang
con le raffiche si flette e (Lian) pratica JianWu ossia la "danza marziale"
-Tutti hanno visto i films di Bruce Lee e di Jackie Chan
ebbene, la profonda superiorità del secondo sul primo sta innanzitutto
nella durata della sua vita; secondo: nella sua profonda umiltà ...
ad un giornalista che gli chiese perché avesse intrapreso la via delle Arti Marziali
lui candidamente rispose: "Perché avevo fame!". Ed aggiunse
- sono restato poi qui in occidente perché
".. con le arti marziali guadagni molto cibo e nessuno te lo porta via.."
La profonda differenza tra i maestri del passato abituati a "combattere":
la fame, le intemperie e privazioni, i briganti, assassini, ladri e delinquenti,
e la sfida quotidiana per esserlo oggi, nella società dell'opulenza,
sta nella motivazione.
La terza ed ultima differenza sostanziale tra Bruce e Jackie
è appunto che uno usa il wushu per distruggere, l'altro per educare.
La motivazione dei maestri di oggi, anche se non parte più da un livello di sopravvivenza
al contrario rende più difficile e dura la via del Tao proprio per l'eccesso di stimoli
ai quali siamo sottoposti e che ci sottraggono costantemente tempo ed attenzione.
Oggi infatti, scegliere incessantemente la "via stretta": quella più difficile, "in salita"
come il Kung Fu c'insegna, risulta sempre più lontano dall'ottica e sensibilità corrente.
La via "antientropica" (per dirla alla Grianti): quella indicataci duemila anni fa dal "Maestro dei maestri",
risulta oggi quasi del tutto abbandonata e per i più impraticabile.
L'interpretazione dei sacri testi poi, richiede la profonda comprensione della
simultanea compresenza degli opposti in ogni aspetto grande o piccolo della vita.
La pratica del "distacco", senza riconoscere in sé il germe dell'attaccamento:
è ipocrisia e puro cinismo se praticata con il fanatismo che spesso l'accompagna.
Pensate per un istante ad un padre che se ne frega di ciò che fanno i suoi figli o sua moglie;
sarebbe puro egoismo ed individualismo: altro che sacro distacco.
D'altro canto non ci si può aspettare dai testi sacri delle varie religioni
che osannino l'attaccamento alle cose o persone, poiché a questo
ci pensa già da sé la nostra natura umana ..
-Dunque attenzione all'interpretare in maniera fondamentalista
ed unilaterale qualsiasi testo sacro a qualsiasi religione appartenga:
si finirebbe con il perdere definitivamente la Via convinti invece di starla seguendo fedelmente
e ci si potrebbe "risvegliare" dal sonno dell'anima che chiamiamo vita con una rabbia feroce ingiustificata contro tutto e tutti
quando ormai è troppo tardi per cambiare il corso degli eventi che il nostro Karma ci ha restituito.
mArco
Il Giardino dell'Eden, Chakras e Kundalini
"L'eremita assume responsabilità soltanto verso di se o verso tutti; in nessun caso verso qualcuno. Ci si rifugia nella solitudine per non avere altri esseri a carico: se stessi, e l'universo, bastano."